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Amelia Earhart
Felice Trojani
Il
Romanzo dell'Aviazione
Un
inedito: Amelia Earhart
© Ascanio Trojani e Francesca Quatraro, 2014
Amelia Mary Earhart nasce il 24 Luglio del 1897, ad
Atchison, nel Kansas, lo stato del vento e dei tornado.
La
piccola Amelia è un maschiaccio. Scala gli alberi, spara col fucile, si
getta con la slitta - faccia avanti - giù dalle colline, raccoglie in
un album i ritagli dei giornali che parlano di donne che hanno successo
in campi, allora, esclusivamente maschili come la cinematografia,
l'avvocatura, la direzione industriale e l'ingegneria.
Ha dieci
anni quando vede per la prima volta un aeroplano, ma gli sembra una
accozzaglia di fil di ferro arrugginito e di tavolette di legno, e non
lo trova per niente interessante.
Dopo aver completato gli studi
inferiori nel 1915, Amelia presta servizio come infermiera in un
ospedale militare a Toronto, in Canada, per tutta la durata della
Grande Guerra. Osservando gli aerei militari che decollano dai campi
innevati, Amelia rimane incantata dal turbinìo della neve prodotto
dalle eliche. Nel frattempo completa il college, e successivamente trova
lavoro come assistente sociale.
Poco dopo la fine del conflitto,
Amelia ed una sua amica stanno osservando uno spettacolo itinerante di
acrobazie aeree, sedute sulla sommità di una collinetta. Un pilota le
vede e, cercando di far colpo, effettua una virata ed un passaggio a
volo radente sulle due ragazze. L'amica si spaventa, ma Amelia rimane
al suo posto: qualcosa si accende in lei, “mi sembrava che il piccolo
aeroplano rosso dovesse dirmi qualcosa mentre filava via” ricorderà in
seguito.
Il 28 Dicembre 1920, all'età di 23 anni, Amelia va
insieme al padre ad assistere ad un raduno aeronautico presso il
Daugherty Airfield di Long Beach, in California e, pagando il biglietto
di un dollaro, sale per la prima volta su di un biplano, pilotato da
tal Frank Hawks, per un giro turistico di dieci minuti sopra la città
di Los Angeles. “Quando arrivai a due o trecento piedi dal suolo, capii
che dovevo volare”.
Dopo Capodanno, Amelia e il padre si
presentano all'aeroporto di Kinner Field, a Glendale, in California, e
chiedono di Neta Snook. Neta è una delle prime donne ad aver ottenuto
il brevetto di pilota d'aeroplano negli Stati Uniti; dopo la guerra
acquistò il rottame di un biplano Canuck, lo portò a casa a New York e
lo ricostruì, rimettendolo in condizione di volare; partecipa a
numerose corse (non arriva mai prima - ma nemmeno mai ultima, dice) e si
guadagna da vivere facendo l'istruttrice di volo.
Amelia ha
ottenuto l'accordo dei genitori alle lezioni di volo, a condizione che
fosse una donna ad insegnarle. Per un dollaro in buoni del debito di
guerra per ogni minuto di volo, Neta insegnerà ad Amelia a volare. La
prima lezione ha luogo il 3 Gennaio del 1921, nemmeno una settimana
dopo il volo su Los Angeles. Neta non può far a meno di ricordare
l'eleganza della tenuta di volo di Amelia.
Dopo sei mesi di
volo, Amelia riesce a racimolare abbastanza soldi da poter acquistare
il suo primo aeroplano. Kinner Field prende il nome dalla piccola
industria di Bert Kinner, che produce motori e piccoli aeroplani.
Kinner cede ad Amelia, per duemila dollari, un K1 Airster di seconda
mano, un piccolo biplano biposto, dipinto in un giallo
acceso.
Amelia ribattezza l'aereo “Canary” (canarino), e conquista così la
possibilità di poter volare tutto il tempo che vuole, nonostante sia
una apparecchio troppo piccolo, troppo leggero, e con un motore non
abbastanza potente.
Nell'Ottobre del 1921 Amelia Earhart
conquisterà il primo dei suoi tanti primati, quello di altitudine per
pilota donna, a 14.000 piedi (4267 metri). Il record contemporaneo
assoluto è in quell'anno del tenente statunitense J.A. Macready, che ha
raggiunto il 18 Settembre di quell'anno i 34.508 piedi (10.500 metri)
su un ben più robusto ed attrezzato biplano Packard LePere.
Nell'Aprile
del 1928, Amelia Earhart riceve una telefonata. Ora lavora a Boston,
insegna ai bambini degli immigrati. Chiede di essere chiamata più
tardi, ma le dicono che sembra una persona molto importante. Dall'altro
capo del filo c'è il capitano Hilton Railey, un ex pilota
dell'esercito, che le domanda “Avvrebbe voglia di
attraversare
l'Atlantico in volo?”. Amelia risponde – Sì ! - senza esitare.
Dopo
aver incontrato a New York gli organizzatori dell'impresa (tra i quali
il ricco editore George Putman, che ha pubblicato il racconto di
Lindbergh trasformandolo in un best-seller) ad Amelia viene
ufficialmente proposto di attraversare l'Atlantico su un Fokker F7
(battezzato Friendship, amicizia), insieme al primo pilota Willmer
Stultz ed il secondo pilota e meccanico di bordo Louis Gordon.
Il
Fokker F7 è un trimotore ad ala alta, con quasi venti metri di apertura
alare. Con lo stesso tipo di aereo l'Ammiraglio Byrd ha attraversato
l'anno prima l'Atlantico sei settimane dopo Lindbergh, ed ha
raggiunto nel 1925 il Polo Nord; sempre con un Fokker, l'australiano Clinford Smith ha
effettuato la prima traversata del Pacifico, dalla California
all'Australia, nel 1928. Il Friendship viene equipaggiato con i
galleggianti per consentire un eventuale ammaraggio di emergenza.
Il
volo inizia da Trepassey Bay il 17 Giugno del 1928, dopo numerosi
rinvii dovuti al maltempo, che però li inseguirà per quasi tutto il
percorso.
Amelia ha al suo attivo poche centinaia di ore di
volo, alcuni record, e nessuna esperienza di idrovolanti, e non si
aspetta quindi che le venga dato il comando dell'aereo al decollo o
all'ammaraggio, ma non si aspetta nemmeno di essere lasciata come un
sacco di patate (parole sue), senza poter nemmeno avvicinarsi ai
comandi, relegata alle annotazioni sul diario di bordo.
Dopo la
nebbia e il maltempo, con la radio fuori uso, e con il carburante quasi
esaurito, avvistano la terraferma, e seguono la costa per trovare un
luogo adatto all'ammaraggio (e per cercare di capire dove si trovano).
Trovano un piccolo paese su una baia abbastanza tranquilla, sono in
Galles, a Burry Port, non in Irlanda come prevedeva la rotta. Hanno
percorso 2246 miglia in venti ore e quaranta minuti.
Nonostante la
frustrazione e il suo schernirsi di fronte a meriti che non ritiene
suoi, i festeggiamenti sembrano essere tutti per lei, dai titoli a
scatola sui giornali di tutto il mondo, sino alla parata dei coriandoli
a New York, ed al ricevimento dal presidente americano Calvin Coolidge.
È comunque la prima donna ad aver attraversato l'Atlantico in volo,
anche se come passeggera forzosa.
L'operazione
è chiaramente costruita dagli organizzatori per creare clamore attorno
all'impresa (che è comunque tale, nei dieci mesi che hanno preceduto il
volo del Friendship, quattordici aviatori, tra essi tre donne, hanno
perso la vita sulla stesa via). Amelia sembra essere stata scelta non
tanto per le sue capacità, quanto per la somiglianza con Lindbergh, per
essere come lui alta, slanciata, con gli stessi capelli biondi e gli
occhi azzurri, e per essere naturalmente elegante e capace di
conquistare l'ammirazione e la simpatia della gente.
Il suo fascino conquista lo stesso Putnam, che sposerà nel 1931. Amelia
definirà il suo matrimonio come un volo a doppi comandi.
Amelia
trae frutto dalla celebrità, partecipa a manifestazioni aeree, tiene
conferenze e lezioni, promuove attivamente la parità sociale delle
donne. Impara il volo strumentale, ed attraversa gli Stati Uniti in
lungo e in largo, collezionando records di velocità e di altitudine. È
la prima donna a pilotare un autogiro, e conquisterà il record di
altitudine per quel mezzo, con 19.000 piedi.
Con i soldi
guadagnati acquista un Lockheed Vega, rosso ciliegia. Il Vega è un
aeroplano ad ala alta, capace in origine di trasportare una decina di
persone compresi i piloti, ancora in legno ma senza tiranti o altre
strutture esterne. E pensa ancora all'Atlantico, la frustrazione del
volo sul Friendship si è trasformata in voglia di rivalsa e di
affermazione.
Il 10 Maggio del 1932, nessun pilota, uomo o
donna, oltre a Charles Lindbergh è mai riuscito a scavalcare l'oceano
in solitario. Quella sera, da Harbour Grace, nel Newfoundland, Amelia
Earhart decolla sul suo Vega rosso, alleggerito e stracarico di
carburante, verso Parigi, da sola.
Incontra subito nebbia e
pioggia, sorvola gli iceberg, e poco dopo la tempesta si chiude su di
lei. L'altimetro si guasta, ed uno dei tubi di scarico del motore,
saldato poche ore prima, si rompe, e vomita fiamme nel buio.
Per
tutta la notte Amelia si trova nell'impossibilità di conoscere la sua
altitudine, con il ghiaccio che le blocca il tachimetro e le
appesantisce le ali. Deve salire e scendere continuamente, per spegnere
le fiamme che escono dal motore al freddo dell'altitudine, e poi
scendere fin quasi a sfiorare le onde, per liberare le ali e gli
strumenti ancora funzionanti dal ghiaccio formatosi in quota, così sino
al mattino, quando il tempo sembra rimettersi.
Poco dopo l'alba,
quando passa dai serbatoi principali a quello di riserva, si accorge
che il misuratore di livello è rotto, e il carburante sta gocciolando
sul suo collo, all'interno della cabina. Non sa quanto benzina, quanta
autonomia di volo, ancora le resta.
Avvista prima un peschereccio,
e poi una piccola flottiglia; la terra è vicina, e decide di atterrare
sul primo pezzo di terra utile che troverà, prima di rimanere a secco.
Le
si presenta un ampio fazzoletto d'erba, scende, sorvola e terrorizza le
mucche delle fattorie al di sotto, ed atterra dolcemente il malandato
aereo.
Il fattore con le sue vacche assiste alla scena, e rimane
attonito, non si sa se per trovarsi un aeroplano rosso sulla sua
proprietà, o perché ne scende una donna da sola, per giunta in
pantaloni.
- Dove sono? -chiede Amelia al fattore.
- Nel pascolo dei Gallagher. Venite da lontano?
- Dall'America -risponde Amelia.
--Santa Madre di Dio ...
Amelia
Earhart ha attraversato l'Atlantico da sola, seconda solo a
Lindbergh; ha impiegato quattordici ore e cinquantasei
minuti, ha
percorso 2026 miglia.
È arrivata a Ballyarnet, vicino Londonderry,
in Irlanda del Nord. Le restano quasi cento galloni di benzina, come
scoprirà quando la dogana le farà pagare le tasse sul combustibile
importato.
Questa volta il merito è il suo; ha tentato, ed ha vinto.
Il mondo è ai suoi piedi. Viene invitata a colazione da re Giorgio V, e
poiché è astemia, a tavola viene servito latte scremato.
- Perché avete attraversato l'Atlantico? - le chiedono.
-
Volevo vedere se ero capace di farlo da sola, tutto lì. Ma non era un
desiderio nuovo, per me, ho già attraversato più Atlantici prima;
ognuno ha i suoi Atlantici da attraversare in volo, ogni cosa che
volete VERAMENTE fare, a dispetto della tradizione, delle chiacchere
dei vicini, del cosiddetto buon senso, quello è un Atlantico..
Quando
riceverà la medaglia dal Congresso degli Stati Uniti, ricorderà che il
suo volo ha dimostrato che uomini e donne sono eguali, nei lavori che
richiedono intelligenza, coordinamento, velocità, freddezza e volontà.
Il
24 agosto 1932 è la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti
senza scalo partendo da Los Angeles in California, sino a Newark, nel
New Jersey.
L'11 Gennaio del 1935 è il primo aviatore (in
assoluto, uomo o donna) ad attraversare il Pacifico da Honolulu nelle
Hawaii sino a Oakland in California.
Lo stesso anno compie il
volo in solitario da Città del Messico sino a Newark; all'arrivo la
polizia fatica a sottrarla al delirio della folla che ha invaso ed
occupato completamente il campo di atterraggio.
Tutto questo, sempre con il suo Vega rosso.
Nel
1937, a quasi 40 anni, vuole compiere la sfida finale. Essere la prima
donna a fare il giro del mondo, ed il primo pilota a farlo seguendo la
rotta equatoriale, la più lunga e difficile (i precedenti aviatori
hanno sempre seguito la rotta più breve, alta sui paralleli, più breve
e con più aeroporti e meno mare aperto sulla via).
Serve un aeroplano ben più potente
ed affidabile del Vega, ed Amelia sceglie un Lockheed Electra, un
bimotore ad ala bassa, interamente metallico. L'apparecchio verrà
riadattato all'impresa, alleggerendolo di tutto il superfluo, ed
aggiungendo serbatoi supplementari all'interno della carlinga. La
capacità dell'Electra viene quadruplicata, ed ora ha un raggio di azione
che sfiora le 4000 miglia.
Il primo giugno di quello stesso anno,
Amelia parte dalla California verso Honolulu, accompagnata dal
navigatore Frederick Noonan; all'arrivo alle Hawaii, benché abbia
stabilito un tempo record nella traversata, l'aereo rompe i carrelli
all'atterraggio, e il tentativo deve essere interrotto. L'Electra viene
portato via nave in California per essere riparato, e quando sarà di
nuovo in grado di volare, le stagioni sono cambiate, non si può più
andare verso Ovest, ma in senso contrario.
Il 21 Maggio 1937,
ripartiranno da Oakland in California, verso Miami in Florida, e da lì
verso l'equatore, lungo una rotta prevista di ben 29.000 miglia.
Dalla
Florida, Amelia Earhart e Frederick Noonan seguono per San Juan di
Portorico, volano lungo la costa settentrionale del Sudamerica e da
Natal, nel Nordeste del Brasile spiccano il balzo attraverso
l'Atlantico verso Dakar, in Africa. Attraversato il continente
attraverso N'Djamena e Karthoum, viene loro vietato di sorvolare la
penisola arabica. Da Massaua a Karachi, Amelia fisserà un nuovo record
di velocità, per poi proseguire attraverso l'India fino a Calcutta e
lungo il Sudest asiatico, per Bangkok e Singapore sino al nord
dell'Australia e la Nuova Guinea, a Lae. Hanno già percorso più di
ventiduemila miglia.
È il 2 Luglio del 1937, ora si deve cominciare il lunghissimo tratto di
Oceano sino ad Honolulu, e poi in California.
All'Electra,
per guadagnare peso in benzina, sono state tolte anche le
insonorizzazioni, e Amelia ed il suo navigatore comunicano in volo
passandosi bigliettini con una canna da pesca; la sabbia dei deserti
attraversati ha portato via quasi del tutto la vernice all'aereo.
Lasciano
a terra tutto quanto è possibile, tutto quanto non è già stato
eliminato, per guadagnare quasi trecento miglia di autonomia in più. Le
mappe disponibili non si sono dimostrate sufficientemente accurate, ma
al termine della tappa, all'isola di Howland in mezzo al Pacifico, li
attende una nave della Guardia Costiera, l'Itasca, con la
quale
sono in contatto radio.
Partono verso Howland, e venti ore e
quattordici minuti dopo, Amelia Earhart lancia il suo ultimo messaggio
radio alla nave della Coast Guard: dovremmo essere sopra di voi, ma non
vi vediamo, non abbiamo più carburante. La posizione stimata è entro le
cento miglia dall'isola, ma la nave non riesce a farsi vedere con gli
eliostati, né riesce a contattare l'Electra per radio.
La notizia fa immediatamente il giro del mondo.
Il Presidente
Franklin Delano Roosevelt autorizza le ricerche, spinto anche dal peso
politico del marito di Amelia, Putnam, e muove una flotta di dieci navi
e una settantina di aerei, che però arriveranno in zona solamente
cinque giorni dopo.
Il 19 Luglio le ricerche vengono interrotte, senza aver trovato nulla
dell'Electra e del suo equipaggio.
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